BOSCO INSEGNAMI

Notte. Bosco. Luna piena.

La spada fende l'aria.
Il suo sibilo, unico e magico, si fonde con i mille suoni del bosco.
L'aria è fresca e umida, il respiro veloce.
La nostra è una danza.
Lei danza sulle mie mani, io sul suo filo.

Il bosco tutto pare guardare.
Gli alberi, le foglie, le stelle ... tutto guarda e con noi gioca.
Anche la civetta; è su quel ramo da un bel po', due occhi grandi fermi su di me.

La spada è veloce, ma la mia mente corre di più.
La litigata con Lucia, il lavoro, la morte di nonna ...
Nella mia testa mille pensieri partecipano alla danza, e ballano meglio di me.
Quando molleranno la presa?
Ciò che è accaduto dieci anni fa si accavalla a ciò che mi aspetta dopodomani.
L'ansia del futuro sta giocando a tennis con l'ombra del passato, e in questa partita la palletta sono io.
Sono partito che già era buio e ho camminato per quasi due ore.
Ora è notte fonda, ma non mi sono lasciato alle spalle niente. Niente!
Ogni cosa è qui con me, mi ha seguito come la mia ombra.

Mi ricordo di una storia antica:
Circa tre secoli fa un uomo incontrò il maestro sufi del quale da anni sentiva parlare.
Non era facile trovarlo e non era facile poterlo avvicinare.
Quando finalmente se lo trovò davanti prima che potesse dire qualcosa questi lo anticipò,
chiedendogli:
"perché sei venuto con tutta questa gente? "
Il tizio si girò a guardare dietro di sé, non c'era nessuno.
Che stava dicendo questo tipo con la barba lunga?
Forse lo avrebbe dovuto incontrare prima ... qualche anno fa ...
forse ora era troppo tardi ... ora aveva una certa età ... ora era rimbambito ...
Ma il maestro demolì i suoi dubbi, dicendogli una cosa meravigliosa:
"no, non guardarti dietro.
Guardati dentro ...
Ora và, torna da me un altra volta, e torna solo
".

Perché sono venuto con tutta questa gente?
Volevo passare una notte nel bosco da solo e invece eccomi qui, in mezzo alla folla.
Voci ed echi a centinaia, sono nella porta portese di Robin Hood.
Cara civetta, in mezzo a questa radura, sotto questa luna, siamo in tanti ad avere una spada in mano.

Qui ogni cosa è magica. Le grosse querce, le foglie e i ricci pieni di castagne, le stelle, questa luna tonda e luminosa ...
Hai presente la sensazione di silenzio vivo e pulsante che il bosco di notte trasmette?
E' magnifico. E magnifico è accorgersi che questo profondo silenzio non viene dall'assenza di rumori, ma dall'assenza delle disarmonie.
Ci sono mille suoni qui: il vento tra i rami, il trotterello lontano di una volpe, un riccio cade da un castagno, una civetta canta.

Nel bosco non sentirai mai il silenzio, è pieno di rumori.
Eppure il bosco è sempre in silenzio.
E questo è il silenzio del meditante.
Non la sterile mancanza di suoni, ma la mancanza di disarmonia, capisci?
Allora non devi crearlo, non devi combattere per conquistarlo.
Non devi neanche cercarlo.
E' semplicemente la tua natura ed è in te anche in mezzo alla piazza del mercato.
Ti muovi in Lui, respiri in Lui, vivi in Lui.
Se hai orecchie limpide potrai sentire che il bosco è sempre immerso in questo silenzio, anche mentre il falco caccia e l'erba cresce.

Il bosco è maestro di meditazione.

La spada continua a volteggiare, la mente a correre.
In mezzo a questa grande armonia qualcosa di disarmonioso c'è: io.
Pieno di pensieri fino all'osso, davanti alla quiete di queste maestose querce mi sento come un televisore acceso a tutto volume.
Forse per questo la civetta continua a guardarmi.
Forse ha pure il telecomando e si diverte a scegliere tra i moltissimi generi che stanno dando dentro di me: drammatici, comici, avventurosi ...

Non pensare ... Non pensare ...
Nello sforzo di non pensare penso di più.
... Non pensare ... Non pensare ...
Pensare al non pensare è già pensare.
Sto lottando contro la mente e i suoi pensieri, e sto pensando più che mai.
Più mi sforzo di calmarla e più si agita, più cerco di spegnere quel televisore più il suo volume cresce.
Mi muovo leggero, la spada fende l'aria.
Combattere è creare un nemico, combattere è dare forza al nemico.
E' questo il meccanismo della mente: oscillare come un pendolo.
Destra e sinistra, santo e peccatore, illuminazione e ignoranza, dio e diavolo ...
E in questo oscillare il centro continua a sfuggire.
Continua ad essere un passaggio, nessuna sosta, nessuna centratura.
La natura della mente è nel movimento.
Un pendolo fermo non è un pendolo, è solo un peso attaccato ad un filo.
Il pendolo è tale perché oscilla, e così la mente è tale nel pensare.
Quando è ferma non è più mente.
Quando è ferma non è più.
E quanto più ti sforzi di fermare quel pendolo tanto più lo spingi nel suo oscillare.

...Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...
Senza tensioni o sforzi, senza attriti o violenze, come questa foglia che cadendo leggera si abbandona alla brezza notturna.
Non sa dove và, non conosce niente del suo viaggio.
Si è staccata, si è liberata, si è lasciata andare totalmente.
Senza filosofie o teologie soltanto và, portata dal vento.
Non la vedrai lottare, non la vedrai combattere o sforzarsi.
La vedrai essere tutt'uno con il bosco.
La vedrai compiere il suo destino.
...A volte una foglia ha più fede di Te.

...Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...
La lotta del guerriero è quella che si combatte per arrivare a non combattere più.
Combattere per smettere di combattere, camminare per arrivare lì dove non c'è più cammino, giungere senza un io che possa arrivare.
Come una foglia che cadendo ti sfiora il braccio.
Continuo a muovermi, l'aria fresca sul viso.
... Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...

Cos'è stato?

Fermo la spada, il riflesso della luna sulla lama.
Cos'era quel rumore? Le orecchie tese e attente, Pier giorgio teso e spaventato.
Di volpi ne ho sentite più d'una, ma questo rumore è diverso ... Di nuovo!
Cos'è?
Il cuore accelera, il corpo immobile.

Signori e signore ecco a voi la paura.
Non si era ancora fatta viva, forse avevo troppo da pensare.
Non è la prima volta che vengo nel bosco di notte e la conosco.
A volte arriva già alla sola idea di andare in un posto buio e isolato.
In altri casi invece arriva all'improvviso, così.
Fa parte del gioco ed è parte del televisore che mi porto dentro:
cara civetta per te c'è anche il genere horror ... Di nuovo!
Cos'è questo rumore?
Non è una volpe, conosco il ritmo del suo trotto leggero e svelto.
E' diverso.
Deve trattarsi di qualcosa di grosso, e peggio:
è qualcosa che non ha nessuna fretta di andarsene.
Laggiù, da qualche parte ...
La mente parte: qualcuno mi ha seguito fin qui!
Il cuore accelera.
Mi dico di stare calmo, ma me lo dico soltanto.
Altre volte venendo da queste parti di notte la paura giocava con la mia fantasia.
E' così che mentre meditavo un minimo fruscio alle mie spalle si trasformava in un mostro pronto ad azzannarmi o in un pazzo che con un coltello lungo così voleva fare di me un puzzle mistico, ma ora è diverso.
Ora non è un fruscio, non è una mia proiezione mentale.
Ora c'è veramente qualcosa ... Di nuovo!
Cos'è?
Ho paura. Questa volta c'era anche uno strano verso, profondo, gutturale.
E' qualcuno che vuole spaventarmi e sta giocando alla strega di Blair.
Ma sì, qualcuno dei miei amici deve avermi seguito fin qui.
Mi osservo sperarlo con tutto il cuore.
Mi osservo non crederlo neanche un po'.
La tensione continua ad aumentare, la paura danza in me liberamente.
Il paese più vicino è a quasi due ore di cammino e solo ora mi accorgo di quanto sono isolato.
La voglia di meditare, la ricerca del profondo silenzio ... ogni cosa sparisce.
Rimane solo la consolazione di avere in mano la mia spada.
La stringo forte.
Ancora quel verso!
Un rantolo sommesso e prolungato mi ghiaccia l'anima.
Oddiomio.
Le gambe tremano, la mente immobile.
Laggiù, dietro a quel castagno, qualcosa si muove lentamente.

Mi sposto piano, di qualche passo, attento a non fare alcun rumore.
Ora intravedo ... ora vedo qualcosa ... c'è veramente qualcosa!
C'è veramente!
Nel petto il cuore mi esplode: laggiù, dietro a quel castagno, una grossa sagoma scura accovacciata mi sta fissando.
La mente urla in silenzio.
Poi, il panico: Improvvisamente scatta e corre contro di me.

Un grosso cinghiale mi passa da qui a lì, tuffandosi nella macchia e sparendo rapidamente tra gli alberi.

Quanto tempo è passato ?
Lentamente riprendo coscienza di me. Mi osservo.
Impugnando la spada con entrambe le mani ho assunto una posizione di difesa.
Non ricordo di essermi messo così, non ricordo di essermi mosso.
Nella mia memoria solo una grande massa nera che grugnendo all'impazzata mi piombava addosso.
Nella carica sbatteva il muso tra le foglie secche sollevandone a quintali mentre mi puntava deciso.
Poi, a un paio di metri da me, ha deviato bruscamente e si è buttato a capofitto tra quegli alberi, sparendo nella macchia.

Rido.
Rido come uno scemo.
Sono vivo.

Il cinghiale si è portato dietro una forte odore insieme a tutte le mie tensioni.
Un grande grazie si solleva silenzioso verso gli alberi, le stelle, la vita.
Tante volte ho giocato col bosco, ora lui ha giocato con me. Grazie.

Voglio giocare ancora, voglio riprendere la mia danza e dedicarla a tutto l'universo.
Più veloce di prima, più veloce che mai la lama leggera tra le mie mani corre nell'aria.
Quel cinghiale, quella paura, quella risata ... una grande energia si è svegliata in me.
Il bosco mi sta insegnando qualcosa. Il respiro accelera, la spada vola.
... Lasciar scorrere ... lasciar accadere ... lasciar fluire ...
I riflessi della luna sulla lama.
E' un oggetto meraviglioso, fatto in Giappone da artigiani esperti.
E' stata battuta e ribattuta a mano, con le stesse tecniche che si usavano più di mille anni fa.
Nei secoli passati in oriente spade come questa si tramandavano di padre in figlio.
Al momento del dono il vecchio benediceva il giovane augurandogli che la spada lo aiutasse a tagliare il velo dell'illusione, il velo di Maya.
Tagliare il velo dell'illusione.

Qualcosa cresce in me.
Il corpo sudato si muove come non mai, va da solo, senza peso.
I movimenti accadono senza pensarli, senza deciderli.
Perfettamente bilanciata la spada diviene tutt'uno con le mie braccia, con i miei movimenti, con il mio respiro.

Gli alberi e le stelle sono con me.
Mi sorridono, ed io piango.
Né caldo, ne freddo, né stanchezza.
Solo presenza.
Né prima, né dopo.
Solo qui, solo ora.
La vera lama è la mia attenzione, affilata come non mai.
Un taglio verticale sibila forte, ultimo, supremo.
Poi tutto si ferma.
Il corpo immobile, la fronte sudata, i muscoli tesi.
Anche il bosco si ferma, anche il vento nei rami.
Anche il tempo.

In cielo una stella cade e si lascia dietro una lunga scia.

E' caduta per me, mi sta dicendo qualcosa.
Siedo con la schiena dritta e chiudo gli occhi.

Tutto si calma. Il respiro svanisce.
Gli alberi e le stelle sono con me
Gli alberi e le stelle sono me.
Qualcosa arriva ma non bussa
Perché la porta è già aperta.

Ti aspettavo ed eri qui,
Ti cercavo e non eri mai andato via.
Senza parole qualcosa parla.

Hai mai visto la magnificenza di una stella che cade?
Se ne và, sparisce, e in questo sparire per un attimo diviene bellissima.
Prima, quando era ferma al suo posto, non era così brillante e luminosa.
Non aveva tutta quella luce, era uguale a mille altre.
Ma quando cade, quando si lascia andare, quando accetta di sparire nel mistero, svanendo per sempre, diviene bellissima.
E se sai guardarla attentamente, se sai guardarla con tutto il tuo essere, la sentirai parlarti. La sentirai invitarti a lasciarti andare, a cadere e dissolverti così come sei.
Nessuna lotta, nessun combattimento, nessun nemico da dover vincere.
Non invita la tua mente, non invita il tuo comprendere.
Invita il tuo essere.
E' un invito tra due stelle, tra la stella che vedi e la stella che sei.
Se sai guardarla attentamente, se sai guardarla con tutto il tuo essere, la sentirai sussurrarti di illuminarti e svanire, come lei.
La mano che l'accompagna nel mistero ultimo del dissolversi nell'universo, è la stessa amorevole mano che l'aveva accesa in cielo, ecco perché è così piena di fiducia.

Hai mai visto la magnificenza di una stella che cade ?
Se sai guardarla attentamente, con tutto il tuo essere, la sentirai invitarti a compiere il tuo destino.
La sentirai invitarti a tornare a casa.
E nel seguirla con lo sguardo nel suo volo potrai cogliere, nell'istante prima che svanisca, il suo ultimo sussurro:
Non aver paura.

Piergiorgio





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